Horner risponde ad Andretti: "Non ha assolutamente nulla a che fare con questo".
L'atmosfera tra le due parti non è diventata più piacevole. Dopo che Michael Andretti ha ricevuto un secco "no" da parte della Formula One Management (FOM) all'ingresso in Formula 1, le reciproche accuse sono continuate. Ad esempio, la FOM ha annunciato che Andretti non ha aggiunto valore allo sport, mentre dagli Stati Uniti è arrivata l'accusa che la squadra non dovrebbe entrare a far parte della F1 perché di origine americana.
Christian Horner, team principal della Red Bull Racing, ritiene che quest'ultima sia un'accusa ridicola. "Siamo una società di proprietà statunitense", ha affermato il britannico, riferendosi a Liberty Media, proprietaria dei diritti commerciali della Formula 1. "Noi [Red Bull] abbiamo cinque aziende Fortune 500 sulla nostra auto. Penso che non c'entri nulla il fatto che Andretti sia americano o qualcosa del genere. Penso che si tratti esclusivamente del modello di business della Formula 1".
Horner dice di ricordare bene come"non molto tempo fa" due squadre di retroguardia si siano ritirate da questo sport a causa di problemi finanziari. "Finalmente siamo arrivati a una posizione di grande forza e salute in Formula 1 e dobbiamo congratularci con Liberty per questo, perché ha creato un modello in cui anche la peggiore squadra di Formula 1 ha probabilmente una valutazione di un miliardo di dollari. Credo che l'approccio che hanno adottato, aprendo lo sport e portando un nuovo pubblico e nuovi fan in questo sport, sia da lodare".
Horner, non per la prima volta, dà un consiglio ad Andretti: "Se [Andretti] vuole davvero trovare un modo per entrare nella griglia di partenza, lo troverà, ma credo che la soluzione più naturale sia quella di acquisire un franchising esistente, nel caso in cui uno voglia venderlo".